L'opera come specchio della coscienza
In Alba Montori l'esigenza di fare arte si identifica con l'innato, prepotente, ineludibile bisogno di entrare in contatto con gli altri per confrontarsi in modo costruttivo, per affermare le proprie verità anche in opposizione alle verità altrui, con il bisogno di gridare l'incontenibile energia che ognuno racchiude in sè, di liberare la coscienza dai legacci che la tengono prigioniera fino quasi a soffocarla, con il bisogno di esprimere attraverso la forza primitiva del colore e la metamorfica mobilità delle forme i contrasti che dilaniano l'anima, i silenzi che inesorabilmente accompagnano la precarietà dell'esistenza.
Ma l'esigenza di fare arte è anche uno dei modi, anzi l'unico modo, di ricostruzione del mondo, che quindi non è più quello reale, pur avendone tutte le fattezze, ma è un mondo inteso come armonia e comunione: E' un gioco sapiente e calibrato che trasferisce continuamente, attraverso il filtro della coscienza, il reale su un piano immaginifico e affabulatorio.
L'opera non è più in relazione col reale, ma con la coscienza del reale, intesa come luogo di pura immaginazione e di improvvise epifanie, come schermo e matrice di significati, spesso contraddittori e spiazzanti, che non generano certezze, ma semmai dubbi e ambiguità. E' dunque specchio della coscienza, sia pure della coscienza di esistere nel mondo.
La ricerca artistica, che non è mai una strada piana e diritta, ma un sentiero stretto e tortuoso, fatto di rischi, scommesse, tentativi, rinunce, sfide, fallimenti e speranze, per Alba Montori diventa motivo pretestuale per iniziare un percorso a ritroso nella storia e nel tempo della propria coscienza e giungere alla consapevole riappropriazione delle radici del proprio esistere. Diventa metafora dell'iniziazione alla vita per approdare al luogo in cui non ci si senta più orfani della pienezza dell'essere, ma dove ci si possa sentire ancora parte della caducità del mondo: caducità e finitezza intese non più come limite e sofferenza, ma come necessari termini di riferimento in un a sorta di etico percorso che conduce alla anelata riconciliazione tra l'essere del mondo e quello della propria coscienza.
La ricerca di Alba Montori è dunque un lungo vagabondare per luoghi sconosciuti nella condizione di solitudine in cui si pone colui che non sa cosa ricerca, ma che proprio per questo è pronto a cogliere anche le labili tracce che indicano la via per giungere alla coscienza delle cose.
E i suoi quadri e le sue sculture si pongono come frammenti di questo errare, come segni che prendono la propria forza nella coscienza del loro esistere nello spazio del mondo che in essi si rivela.
LOREDANA REA 1995
Sabato scorso vernice della pittrice Alba Montori alla galleria della Tartaruga-v.Sistina 85/a
Docente di storia dell'arte affida alla sua pittura un messaggio di profonda umanità che alcune volte è palesemente leggibile allorquando la tela porta l'immagine di uno scorcio di paesaggio "visto solo con gli occhi" (dice lei) altre volte è molto più profondo perché "nato dal cervello e dal cuore". E' in queste opere, come "maternità" o le "allegorie" dove la natura è vista come appare e non come è, e dove amore, dolore, spiritualità si fondono, che la narrazione da travagliata ricerca concettuale diventa serena e pura espressione artistica.
ENZO MINGIARDI 1995 " Il Corriere Laziale"
Alba Montori 1978 presenta Alba Montori 1998
Le carte stampate
Le carte stampate le cornici
dei quadri i piedistalli
delle sculture
le mostre e i musei
i cataloghi
mi danno brividi d’orrore
d’insofferenza
come le gabbie dove padroni
distratti
ma pronti all’esibizione d’amore
e d’orgoglio
conservano dalla vita vera
animati d’ogni genere.
Così questi segni che la matita
scorrendo
traccia nello spazio bianco
scandito da sottili riquadri
tutti uguali
spinta da briciole di sensazione
trasmutate in movimento
di nervi muscoli sangue ossa
trasforma il foglio candido
in altro
diverso
fissando irreparabilmente
la mutazione avvenuta
ingabbiando liberi segni
in spazi confinati.
Alba Montori 1998
E' l'Emma Bonino della pittura nel senso che ha trasfuso sulla tela le idee, gli empiti e anche - o forse soprattutto - le illusioni di una stagione di fervori irripetibile.
Alba Montori nasce ribelle e libera: e dunque Giacinto Pannella detto Marco è il riferimento ideale delle sue battaglie: per le donne, il divorzio, l'aborto, radio radicale.
Sensibilissima, si accorge che le stagioni mutano rapidamente, che Giacinto detto Marco finisce per ripetere spesso uno stanco copione e che il porto dell'arte dov'era approdata giovanissima è in fondo più ampio e sicuro, per gli ormeggi dello spirito, di quanto non siano le battaglie per le donne (che a volte deludono in quanto tali) o veglie insensate davanti ai banchetti per le firme.
La pattuglia radicale perde un alfiere, l'arte contemporanea guadagna un testimone di grande talento perché non sempre l'impegno politico è fecondo e perché la coscienza di sé non tollera condizionamenti. L'opera come specchio della coscienza, la Mostra di quadri e sculture di Alba Montori alla Galleria della Tartaruga di Roma risulta per qualche verso irritante perché schietta e ruvida e perché la Montori non ha graticciati che possano lasciar intravvedere accomodamenti o compromessi.
Nulla si accetta per intero, ma se di quest'artista si accoglie l'interpretazione, il magico sogno che deforma la realtà, sarà difficile sottrarsi al fascino dei suoi paesaggi che sono poi gatti in esplorazione o al suo mare senza sole. Impossibile ignorare la scultura che rappresenta una Preside di Scuola , trifronte, cioè il massimo dell'ambiguità.
L'artista sostiene che spesso le manca la coscienza del suo stesso operare, ma questo secondo noi è soltanto un piccolo, perdonabile, vezzo di chi cerca di costruire un mondo e un paesaggio morale con le stesse pietre della casa che le è rovinata addosso. Non è facile, né sempre il discorso risulta filato, ma l'impegno, la tensione, i risultati sono la testimonianza più convincente delle pregevoli qualità di una straordinaria artista.
GIANNI DI GIOVANNI 1998 per "L' Umanità"
Alba Montori - opere
Le sue opere colpiscono – per la forza, il cromatismo, il potere evocativo, la capacità di trasformare, traghettare di là dal ri-conoscibile. Sempre più mi stupisco di quanta ricchezza, di quanta prorompente vitalità ed originalità (nella forma e nel contenuto) sono capaci certe donne – quelle che il mercato e la critica italiana, soprattutto, si ostinano a non vedere, riconoscere. E questa è l’altra faccia della medaglia – la realtà che crea nicchie di isolamento sempre più piccole, lager per anime dentro i recinti istituzionali, politici e culturali del nostro paese. Come in una matrioska. Chi vuole davvero impegnarsi a promuovere l’arte contemporanea – dovrebbe darsi la possibilità di “vedere” che c’è altro, molto altro, ad esempio l'opera di questa artista - ad un palmo di naso.
CINZIA RICCI (dal suo sito 2008)
Segnali di Libertà
“Chiudi gli occhi, libera la mente, e immagina quello che vedrai...”
L'arte di Alba Montori é così. E sarà sempre così.
L'arte si può esprimere coi mezzi tradizionali d'una volta (intendo colore/forma) o sovrapporsi con i mezzi tecnici messi a disposizione dai ritrovati moderni dei materiali - colori acrilici,
plexiglass, polistirolo, etc. creando atmosfere per descrivere con un linguaggio rinnovato e attuale le tematiche di sempre, trasmettendo all'interno di esse quelle che sono il bagaglio
culturale sensibile che ogni artista sente la necessità di esprimere, in un mondo orribilmente omologato in cui i modelli sono imposti.
L'integrità complessa e la ricchezza sofisticata nel lavoro di Alba Montori si insinua nei recessi della coscienza con strumenti adeguati ed elaborati che vanno dal colore del dipinto alla scultura, tali da esprimere in un “unicum” la completezza dell'opera d'arte. Il tutto con grandi riferimenti a quelli che forse sono stati, per una libera scelta, i suoi modelli elettivi: i “mobiles”
di Alexander Calder, Joan Miro, Yves Tanguy. Ciò che non sarà più chiede di diventare per sempre. I colori dei sogni modificano spesso i toni della realtà, svelano l'arcano, dando nuova forma e prospettiva.
Alba Montori mostra spesso tutto quello che prima immaginava e vedeva con colori e forme diversi, reinventando una realtà che è forse il colore dell'anima, senza inganni e travestimenti, dando vita ad una personalissima opera d'arte.
RICCARDO PELOSO dicembre 2009